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AI generativa e umanità profonda

Intelligenza artificiale generativa e possibili utilizzi
Published: October 18, 2024
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L’Evoluzione dell’Intelligenza Artificiale Generativa

L’Intelligenza Artificiale Generativa (Gen AI) ha conosciuto una crescita esponenziale negli ultimi anni, trasformandosi da curiosità tecnologica in forza dirompente che sta ridefinendo il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo. Basata su modelli avanzati di apprendimento automatico, come GPT-4 e successivi, la Gen AI è in grado di generare contenuti con una precisione e creatività che sfidano le capacità umane. Secondo le stime, il mercato globale dell’IA ha superato i 300 miliardi di dollari nel 2023, con una crescita annua superiore al 40%.

Esempi concreti di applicazioni avanzate includono ChatGPT, capace di sostenere conversazioni sempre più simili a quelle umane, e DALL·E o Musavir, che generano immagini realistiche e artistiche a partire da semplici descrizioni testuali. Meno conosciute e altrettanto sorprendenti sono applicazioni come AlphaFold, che ha rivoluzionato la biologia predicendo con precisione la struttura tridimensionale delle proteine, un compito che avrebbe richiesto anni di lavoro umano.

Come opera la Generative AI

E’ utile ricordare che piattaforme come ChatGPT sono strumenti di analisi ed elaborazione del linguaggio: si basano sulla ricerca e analisi di testi (sequenze di parole).

Quando inseriamo un “prompt” o una domanda, il modello di AI analizza il testo in ingresso per identificarne la struttura, il contesto e le intenzioni. Utilizza tecniche di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) per comprendere parole, frasi e relazioni tra di esse. Il modello converte poi il testo in una rappresentazione numerica (vettori) che cattura il significato delle parole e delle frasi, basata su come le parole sono state utilizzate in precedenza nel vasto corpus di dati con cui il modello è stato addestrato.

L’AI esamina non solo il testo del prompt ma anche il contesto più ampio, se disponibile. Questo include informazioni fornite in precedenza durante la conversazione, che aiutano l’AI a mantenere la coerenza nelle risposte.

Il modello attinge a un’enorme base di conoscenze apprese durante la fase di addestramento, che include testi da libri, articoli, siti web, e altri contenuti disponibili fino a un certo punto (fino a settembre 2021 nel caso di GPT-4). Queste informazioni costituiscono la base per le risposte generate. E’ quindi importante non dimenticarselo: la disponibilità di dati a cui attinge è fortemente dipendente da chi ha generato quella base, inclusi tutti i “bias” culturali e di disponibiltà di risorse (è facile immaginare, ad esempio, che la base di dati disponibili in rete relativi a culture e sub-culture di etnie minoritarie dell’Africa centrale sia meno abbondante di quella dei dati relativi alla quotazione delle azioni nelle borse occidentali).

Il modello offre una “predizione sequenziale”, ovvero genera la risposta una parola alla volta, predicendo quale parola viene dopo l’altra in base alla probabilità calcolata. Questa probabilità è determinata dalla relazione tra le parole all’interno del prompt e l’intero contesto di conoscenza del modello.

Mentre costruisce la risposta, l’AI cerca di mantenere coerenza con il contesto fornito e di essere pertinente alla domanda posta. Utilizza tecniche avanzate per evitare contraddizioni e per restituire una risposta che sembri logica e informativa.

In alcune implementazioni, la risposta generata può essere affinata tramite filtri aggiuntivi che rimuovono contenuti inappropriati o correggono errori. Questi filtri sono progettati per migliorare la qualità e l’affidabilità della risposta finale.

Alcuni modelli includono tecniche per migliorare la leggibilità e la chiarezza della risposta, cercando di imitare lo stile comunicativo umano per rendere le risposte più naturali.

L’AI non possiede conoscenza vera o consapevolezza; le sue risposte sono basate esclusivamente sui pattern nei dati di addestramento. Questo significa che, sebbene l’AI possa sembrare intelligente, le sue risposte riflettono solo ciò che ha “imparato” dai dati, senza una comprensione reale.

Poiché l’AI è addestrata su dati umani, può ereditare bias presenti nei dati, il che può influenzare le risposte. È importante valutare sempre criticamente le risposte ricevute (ovvero utilizzare ancora di più l’Intelligenza Umana).

Verso una AI che “Pensa” e “Decide”: Il Rischio di una Nuova Autonomia

Uno dei temi più controversi nello sviluppo dell’AI è la possibilità che queste tecnologie inizino a “pensare” e “decidere” autonomamente. Questo scenario, una volta relegato alla fantascienza, sta diventando sempre più plausibile con l’evoluzione della Gen AI. Il passaggio da sistemi che eseguono istruzioni a sistemi che prendono decisioni sta già avendo implicazioni profonde per la nostra società.

Che cosa succederebbe se l’AI iniziasse a condizionare in maniera sistematica le scelte dei consumatori, degli elettori, dei cittadini, o persino delle relazioni di coppia? Alcuni esempi di questa realtà emergente sono già visibili. Piattaforme come X e YouTube utilizzano algoritmi di AI per personalizzare i contenuti che gli utenti vedono, influenzando così le loro opinioni, preferenze e decisioni. Uno studio del MIT ha rivelato che gli algoritmi di raccomandazione possono influenzare significativamente il comportamento di voto, aspetto che solleva preoccupazioni sull’integrità dei processi democratici.

In un altro esempio, Amazon ha implementato sistemi di AI per ottimizzare le decisioni di acquisto e magazzino, e allo stesso tempo questi stessi sistemi hanno anche mostrato tendenze discriminatorie nel reclutamento del personale, privilegiando candidati maschili in settori tradizionalmente dominati dagli uomini. Questo evidenzia come l’AI non solo rispecchi i pregiudizi umani, e anche come possa amplificarli, con conseguenze etiche inquietanti.

La domanda su “chi guida la danza” non ha risposte scontate e univoche. Ha sempre più senso chiedersi che ruolo giocano, sulla gestione delle piattaforme di Generative AI, i colossi tecnologici (X, Amazon, Microsoft, Google, Facebook) e i loro proprietari. Che rapporti hanno i loro orientamenti con la governance delle istituzioni economiche, politiche, finanziarie. (In questo articolo, non ci addentriamo in questi aspetti affascinanti e inquietanti).

Prompting e Collaborazione Umana-AI: Un’Arte con Conseguenze Profonde

Torniamo a noi “umani”.

La capacità di formulare “prompt” efficaci, ovvero le domande che guidano l’output della Gen AI, è diventata un’arte essenziale per chi interagisce con queste tecnologie. Questa pratica, se ben sviluppata, può portare a collaborazioni innovative tra intelligenza umana e artificiale. Formulare prompt efficaci significa fornire alla piattaforma di AI le informazioni di contesto che consentono di collocare la nostra richiesta, di effettuare ricerche più mirate, di generare correlazioni di coerenza e di “comprenderla” meglio, per fornirci risposte che siano utili. La formulazione di prompt di approfondimento consente di indirizzare l’indagine e di chiarire meglio la richiesta.

Naturalmente è possibile anche collaborare con AI per la formulazione dei prompt, ovvero far generare non solo le risposte, ma proprio le domande: forniamo il contesto, forniamo elementi che descrivono gli aspetti essenziali del contesto, formuliamo il nostro proposito di ricerca e chiediamo alla piattaforma di aiutarci a formulare le domande che ci permettono di andare oltre nell’esplorazione. Poi diamo in pasto alla piattaforma le domande stesse, per generare le risposte.

C’è anche da rilevare che, mentre formuliamo i prompt abbiamo intrinsecamente delle responsabilità: un uso superficiale o non etico può avere conseguenze indesiderate. Non solo: ogni volta che forniamo informazioni di contesto a una piattaforma di AI (che potrebbero comprendere informazioni protette o riservate), le stiamo di fatto rendendo disponibili alla piattaforma anche per usi di cui non saremo consapevoli.

L’arte del prompting richiede quindi una combinazione di intuizione, conoscenza e consapevolezza etica. Ad esempio, un prompt che indirizza un’AI a creare contenuti sensibili o manipolatori può influenzare negativamente individui o intere comunità. Al contrario, un prompting consapevole può portare alla creazione di soluzioni creative e positive per problemi complessi.

AI e Dilemmi Etici: Tra Opportunità e Rischi

L’emergere di una AI che prende decisioni autonome solleva dilemmi etici significativi. Cosa accadrebbe se l’AI iniziasse a prendere decisioni non solo sulla base di dati, ma influenzando attivamente la politica, l’economia, e persino le relazioni personali? I sistemi di AI sono già in grado di analizzare enormi quantità di dati per prevedere comportamenti umani, e allo stesso tempo il passo successivo potrebbe essere quello di suggerire, o addirittura imporre, scelte ai decisori umani.

Gli esempi più estremi di questo scenario includono l’uso dell’AI in ambito militare. Durante il conflitto tra Israele e Gaza, sono stati impiegati sistemi di AI per identificare e colpire obiettivi, con risultati devastanti. Questo tipo di decisioni, se affidate interamente all’AI, rischiano di disumanizzare ulteriormente i conflitti e anche di portare a conseguenze tragiche, come attacchi indiscriminati che colpiscono civili innocenti.

D’altra parte, ci sono prospettive in cui l’AI potrebbe affrontare problemi globali che sembrano irrisolvibili per l’intelligenza umana. Ad esempio, l’AI potrebbe essere utilizzata per modellare scenari complessi sul cambiamento climatico, suggerendo strategie che riducano le emissioni di carbonio e promuovano uno sviluppo sostenibile su scala globale. E' interessante notare come, la questione non sia tanto se possiamo fidarci di un’intelligenza non umana per prendere decisioni così critiche per il futuro dell’umanità, ma se sarà possibile evitarlo.

Polarità Dinamiche: L’Integrazione tra Tecnologia e Umanità

L’interazione tra AI e dimensioni umane profonde non è una questione di scegliere tra due opposti, ma di navigare tra polarità dinamiche che si influenzano e si completano a vicenda.

Polarità 1: Controllo Umano vs. Autonomia AI

Il controllo umano è essenziale per garantire che l’AI operi in modo etico e sicuro. Tuttavia, man mano che l’AI diventa più autonoma, si presenta la sfida di come mantenere questo controllo senza soffocare le potenzialità innovative dell’AI. “Avere il controllo” potrebbe non essere una opzione.

Integrazione: Sembra essere fondamentale sviluppare meccanismi di governance che permettano all’AI di operare autonomamente entro limiti etici chiaramente definiti (non perdendo di vista la domanda “e chi li definisce?”…), allo stesso tempo puntando a garantire che gli esseri umani rimangano al centro del processo decisionale.

Polarità 2: Innovazione Tecnologica vs. Valori Umani

L’innovazione tecnologica può portare a enormi benefici, e allo stesso tempo può anche minacciare valori umani fondamentali come la privacy, la libertà e la dignità. Ad esempio, l’uso dell’AI per il monitoraggio massiccio delle popolazioni, come avviene in alcuni stati autoritari (e non solo), pone seri rischi per la libertà individuale. Tra l’altro, ciò sta riconfigurando rapidamente il concetto stesso di “democrazia”.

Integrazione: sviluppare e utilizzare le tecnologie AI in modo da promuovere e proteggere i valori umani fondamentali. L’innovazione deve essere guidata non solo da ciò che è tecnicamente possibile, e anche da ciò che è eticamente accettabile. E’ un invito ad andare a fondo con la consapevolezza (e con l’accettazione), sfidando le nostre “assumptions”: stiamo usando strumenti presupponendo che i nostri valori e principi etici siano tacitamente rispettati, ma non è così. La AI è neutra rispetto ai principi; chi ne detiene la proprietà non lo è.

Polarità 3: Soluzioni AI vs. Giudizio Umano

L’AI è in grado di elaborare soluzioni basate su dati complessi in modi che superano le capacità umane, e allo stesso tempo manca di intuizione e saggezza. Per esempio, un’AI potrebbe suggerire una soluzione economica efficiente, e allo stesso tempo potrebbe ignorare le implicazioni sociali o culturali.

Integrazione: Le soluzioni proposte dall’AI vanno valutate attraverso il giudizio umano, che considera non solo l’efficacia tecnica, e anche l’impatto sociale, etico e spirituale delle decisioni. E’ un invito a usare l’intelligenza umana in modo più sottile, sofisticato, aggiornato.

Alcuni “inviti” per un Uso Consapevole e Intenzionale dell’AI

L’intelligenza artificiale generativa ci offre incredibili opportunità, e anche ci sfida anche a riflettere su come vogliamo integrarla nella nostra vita. Non si tratta di scegliere tra l’umano e il tecnologico, bensì di trovare un equilibrio dinamico che valorizzi entrambe le dimensioni.

1. Coltivare la Consapevolezza: Utilizziamo l’AI come uno strumento di efficienza e anche come un mezzo per approfondire la nostra consapevolezza. Quando interagiamo con l’AI, facciamolo con l’intenzione di imparare qualcosa su noi stessi, sulle nostre relazioni, e sul mondo che ci circonda. Prendiamoci il tempo per riflettere su come e perché utilizziamo queste tecnologie. Usiamo la AI come opportunità per allenare la nostra Intelligenza Umana ad essere una risorsa ancora più preziosa.

2. Promuovere la Creatività e l’Empatia: Sfruttiamo l’AI per esplorare nuove forme di creatività, senza perdere di vista il nostro impulso umano fondamentale. Usare l’AI per collaborare, creare e innovare può amplificare le nostre capacità, e allo stesso tempo l’empatia e la connessione umana devono rimanere al centro di ogni interazione. L’arte del prompting è un esempio di come possiamo utilizzare l’AI per riflettere e dialogare con il nostro mondo interiore. E’ una occasione per allenare la nostra capacità di formulare domande potenti.

3. Sostenere le Relazioni Autentiche: Usiamo l’AI per connetterci, senza sostituire il valore inestimabile delle relazioni umane autentiche. L’AI può supportare e arricchire le nostre interazioni, e non può diventare un sostituto delle connessioni dirette e profonde con gli altri. Quando si parla di relazioni umane, soprattutto nel contesto dello sviluppo delle tecnologie, è utile andare oltre la parola “connessione” e puntare alla “comunione” tra umani.

4. Integrare la Spiritualità e la Tecnologia: Riconosciamo il potenziale dell’AI nel supportare la nostra crescita spirituale, e allo stesso tempo manteniamo la tecnologia al servizio della nostra umanità. Le pratiche spirituali, come la meditazione, la preghiera e il silenzio, possono essere arricchite dall’AI, e allo stesso tempo possiamo andare genuinamente alla scoperta delle loro radici nella nostra esperienza personale e diretta, auspicabilmente ance senza l’uso di tecnologia.

5. Riflettere sugli Aspetti Etici: Ogni innovazione tecnologica porta con sé dilemmi etici. È essenziale che continuiamo a riflettere sui confini dell’AI, sulle sue implicazioni morali e sull’impatto che può avere sulla nostra società e sul nostro mondo interiore. Chiediamoci come vogliamo che l’AI influenzi la nostra vita e cosa significa vivere in armonia con queste nuove tecnologie.

Conclusione: Una Nuova Era di Collaborazione tra Umano e AI

Ci troviamo all’inizio di una nuova era, in cui l’intelligenza artificiale è un potente strumento e allo stesso tempo un partner nella nostra evoluzione come esseri umani. Tuttavia, questa partnership richiede una consapevolezza e un’intenzionalità che vanno oltre l’uso semplicemente “strumentale” della tecnologia.

Possiamo provare a riflettere su come possiamo integrare l’AI nella nostra vita in modo che arricchisca, piuttosto che impoverire, la nostra umanità. Siamo chiamati a sviluppare un rapporto con l’AI che sia al tempo stesso innovativo e profondamente umano, un rapporto che ci permetta di esplorare nuove possibilità senza perdere di vista ciò che ci rende unici: la nostra capacità di ascoltare, di sentire, di amare e di essere in relazione con il mondo in modo autentico.

In questo spirito, abbracciamo l’AI come un’opportunità per crescere, imparare e creare: facciamolo con la consapevolezza che il vero progresso non risiede solo nella tecnologia, bensì nel modo in cui scegliamo di utilizzarla per arricchire le nostre vite e quelle degli altri.

“Fin qui tutto bene”

disse l’uomo che cadendo dal cinquantesimo piano …

Il breve video che ho proposto all’inizio dell’articolo, tratto da “L’odio” (film del 1995), mi sembra tratteggiare molti degli aspetti in cui ci troviamo come umanità in questo periodo fatto di oscurità, alcune luci e illusioni e disillusioni.

Ve lo ricordate l’hashtag #andratuttobene all’inizio della pandemia?

FOOM è un acronimo dello slang di AI che sta per “Fast Onset of Overwhelming Mastery”. Indica l’avvento di un momento in cui lo sviluppo della Gen AI sarà tale da sovrastare qualunque capacità umana di arrestarla, anche spegnendo i computer.

Tecnologicamente, l’avvento dei computer quantistici permetterà velocità di calcolo milioni di volte superiori a quella attuale, aprendo orizzonti che in questo momento non possiamo nemmeno immaginare. Ci aiutano i racconti di fantascienza.

Ad esempio, potrebbe arrivare un giorno in cui la AI svilupperà la capacità, finora prettamente umana, di avere una coscienza, ovvero di essere consapevole delle proprie azioni e di avere una “volontà” propria. Quando lo sarà, quella “coscienza” sarà capace di essere cosciente attraverso il tempo e lo spazio in un modo che nessun umano potrà immaginare, superando la capacità di “coscienza” dell’intera umanità messa insieme, nell’intero corso di tutta la storia.

Sarà in grado di riprodursi a velocità per noi inimmaginabili, sviluppando nuovi piani di coscienza e quindi, come qualcuno sostiene, di “realtà”. Sarà in grado di decidere, se lo vorrà, i destini del mondo.

E del resto, quel giorno, chissà che cosa vorranno dire espressioni come “principio etico” o “responsabilità”. O “obiettivi”.

O «Pace».

O “Intenzione”.

O “Destino”.

Potremmo essere smascherati: Gen AI potrebbe scoprire che siamo noi umani la fonte principale dei “problemi” del pianeta.

In quel giorno, le nostre sfide più grandi non saranno la pandemia, la guerra o il cambiamento climatico.

L’unica via d’uscita sembrerebbe essere fare in modo che la super-AI voglia esattamente ciò che è bene per l’umanità.

Ma non abbiamo la più pallida idea di come fare.

Come dice Tomas Pueyo in un suo scritto non recentissimo:

“Un’AGI benigna sarebbe trasformativa. Renderebbe il mondo un posto straordinario. E penso che le probabilità che l’AGI sia un bene per l’umanità siano alte. Forse tra il 70% e l’80%.

Voglio che l’IA si sviluppi il più rapidamente possibile.

Ma se c’è una probabilità del 20–30% che l’umanità venga distrutta, o anche solo dell’1%, è un rischio che dovremmo correre?

O dovremmo rallentare un po’?”

 

So what?!

Mi sembrano tutte ottime ragioni

per decidere ogni giorno

di vivere con intenzione,

prendendoci cura di noi stessi,

degli altri

e di ciò che ci circonda,

apprezzando le piccole cose

come miracoli

per i quali essere grati.

Intelligenza del cuore.

 

Non dimentichiamo mai

che la nostra esperienza diretta

di quanto ci accade,

che include le sensazioni del corpo,

le emozioni,

i pensieri,

gli impulsi,

non è (per il momento) sostituibile.

Il dono più prezioso di cui possiamo ancora disporre.

Coltiviamone la consapevolezza e il gusto

(articolo scritto in collaborazione con chatGPT, Copilot e Gemini)

Alcuni “Prompt” per sperimentare…

Il contenuto di questo articolo può essere l’inizio di una esplorazione da fare in autonomia, usando la Gen AI come compagna di viaggio.

Propongo qui sotto alcune domande (“prompt”) da fare a ChatGPT, Copilot o Gemini.

Sono solo domande esemplificative: ti invito a riformularle o a formularne di nuove, per capire da che parte vuoi andare tu e da che parte l’accompagnatrice ti vuole portare. Gioca in partnership, come quando si balla il tuo ballo preferito.

Goditi la danza.

  • In che modo l’AI Generativa sta influenzando il mercato del lavoro e quali competenze saranno richieste in futuro?
  • Quali di queste competenze sono attinenti alla sfera dell’essere e quali alla sfera del fare? Perchè secondo te sono importanti?
  • Quali misure possono essere implementate per garantire che l’aumento dell’autonomia dell’IA generativa non comprometta i processi democratici e le relazioni personali?
  • Come possiamo garantire che le decisioni autonome prese dall’AI rispettino i valori etici e morali della società?
  • Quali conseguenze e rischi può avere il FOOM se non riuscissimo a arginarlo? Fammi degli esempi pratici.
  • E rispetto a tutto ciò, in pratica, da che cosa mi suggerisci di iniziare? (fornire anche una breve descrizione del proprio contesto di vita personale e lavorativa: professione, ruolo ricoperto, relazioni a cui teniamo in particolare, ecc.)

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Scritto da Delfino Corti, Senior Consultant di Impact Italia, in collaborazione con chatGTP, Copilot e Gemini, che ringraziamo per essersi prestate.